29 novembre - 1 dicembre 2023
La lirica italiana del Cinquecento, nonostante abbia costituito il modello principale di analoghe esperienze in altre lingue europee (innanzitutto quelle sviluppatesi in Spagna e in Francia), ha goduto negli studi di una fortuna per molti versi limitata. Soprattutto in tempi recenti (dalla metà circa del secolo 20) si è dato largo spazio agli aspetti strettamente stilistici, mentre le componenti tematiche sono state per lo più trascurate o affrontate in modo fuorviante, e gli aspetti riguardanti lo sviluppo storico di questa importante linea letteraria sono stati studiati in riferimento a singoli casi ma non su di un piano più generale. Il convegno intende affrontare questi due ultimi aspetti mettendoli l’uno in relazione all’altro, e senza ovviamente dimenticarsi dello stile, ma appunto cercando di inserirlo in un contesto storico-critico più articolato.
La rivitalizzazione delle due tradizionali categorie (geografia e storia) operata da Carlo Dionisotti in rapporto alla letteratura italiana nel suo insieme è alla base di numerose applicazioni critiche, molte delle quali realizzate dallo stesso Dionisotti in ambito cinquecentesco. Se oggi è abbastanza pacifico pensare al panorama della lirica distinguendolo in scuole locali evolutesi nel tempo – Venezia e il Veneto, i centri padano-emiliani (Milano-Mantova-Parma-Ferrara, Urbino), Firenze, Siena e la Toscana, le corti papali e cardinalizie, Napoli e la Calabria –, la principale caratterizzazione della poesia del cosiddetto petrarchismo resta prevalentemente stilistica. Il convegno invita a valutare le produzioni di alcuni dei principali centri e momenti di questa larga esperienza letteraria in una prospettiva diversa: da una parte chiede di approfondire gli aspetti generali della tradizione tramite indagini su modi e tempi della diffusione dei testi (la tradizione a stampa in rapporto a quella manoscritta, la circolazione dei testi in ambito locale e a livello peninsulare, la coscienza dei caratteri locali da parte degli autori e il grado di consapevolezza della propria specifica identità letteraria), dall’altra invita a verificare quali siano le scelte tematiche prevalenti nei vari centri in una determinata fase storica, così da misurare se e quanto gli autori siano condizionati da propensioni locali e quanto aderiscano a tendenze diffuse a livello peninsulare. Si vorrebbero riservare speciali attenzioni alle rime occasionali e di corrispondenza nonché alle autorappresentazioni che i diversi ambienti hanno offerto di sé stessi, in quanto momenti specialmente utili a ricostruire il quadro cui si vorrebbe dar corpo.
Il convegno intende stimolare in particolare interventi di giovani studiosi autori di ricerche innovative e di ampio respiro dedicate alla lirica italiana del Cinquecento.
Programma
mercoledì 29 mattina
Figure prime / Prime parti
Tobia Toscano, Università “Federico II”, Napoli
Francesco Amendola e Claudia Berra, Università Statale, Milano
Francesco Davoli, Università Ca’ Foscari Venezia
mercoledì 29 pomeriggio
Canoni e circolazione
Nicole Volta, Sapienza Università di Roma
Simone Albonico, Université de Lausanne
Maiko Favaro, Sapienza Università di Roma
Valeria Guarna e Pietro Giulio Riga, Sapienza Università di Roma
giovedì 30 mattina
Giacomo Morbiato, Università di Padova-Université de Lausanne
Luoghi, persone, stagioni
Giorgio Forni, Università di Messina
Martina Dal Cengio, Sapienza Università di Roma
Borna Treska, Scuola Normale Superiore Pisa
giovedì 30 pomeriggio
Giacomo Vagni, Université de Fribourg
Selene Vatteroni, Scuola Superiore Meridionale, Napoli
Giovanni Ferroni, Università di Padova
Amelia Juri, Université de Lausanne
venerdì 1 dicembre mattina
Franco Pignatti, Sapienza Università di Roma-Université de Genève
Franco Tomasi, Università di Padova
Conclusioni e tavola rotonda